Kurt Vonnegut – 2

Le otto regole di Vonnegut
 
Dato che ho postato su questo blog alcuni estratti dei suggerimenti sulla scrittura di vari autori (raggruppati sotto il tag: COSE DA TENERE DI CONTO), inserisco anche le otto regole per scrivere fiction di Kurt Vonnegut che ho rinvenuto girando su internet (anche se lo stile di Vonnegut è così personale che credo non sia il caso di imitarlo. Kurt, però, ha anche tenuto numerosi corsi di scrittura creativa e quindi le considerazioni che seguono è da presumersi che siano, secondo lui, di valenza generale).
 
 
Eight rules for writing fiction
 
1. Use the time of a total stranger in such a way that he or she will not feel the time was wasted.

2. Give the reader at least one character he or she can root for.

3. Every character should want something, even if it is only a glass of water.

4. Every sentence must do one of two things — reveal character or advance the action.

5. Start as close to the end as possible.

6. Be a sadist. Now matter how sweet and innocent your leading characters, make awful things happen to them — in order that the reader may see what they are made of.

7. Write to please just one person. If you open a window and make love to the world, so to speak, your story will get pneumonia.

8. Give your readers as much information as possible as soon as possible. To heck with suspense. Readers should have such complete understanding of what is going on, where and why, that they could finish the story themselves, should cockroaches eat the last few pages.

Kurt Vonnegut, Bagombo Snuff Box: Uncollected Short Fiction (New York: G.P. Putnam’s Sons 1999).

Info Sergio Calamandrei
Scrivo: vedi www.calamandrei.it Ho pubblicato due romanzi, un saggio e vari racconti che nel complesso formano il Progetto SESSO MOTORE ( www.calamandrei.it/sessomotore.htm ). Oltre a ciò, vari altri racconti. scrivere@calamandrei.it

5 Responses to Kurt Vonnegut – 2

  1. akio says:

    bello, bello, bello. lo metto nella cassetta degli attezzi questo post. ciao sergio

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  2. ho come l’impressione che i miei raccontini se ne infischino delle tre leggi della robotica di Vonnegut, di Cerami, di King…
    Lord Thuna

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  3. scriverecala says:

    Ciao Akio.

    Una riflessione sul punto 5: “Cominciate più vicino alla fine possibile”.
    Penso sia da interpretare non nel senso che tutte le storie devono cominciare col condannato a morte che un attimo prima di morire rivive in flash back tutta la sua vita (detto così, in senso figurato, tanto per capirci) ma piuttosto che uno scrittore deve saper capire QUANDO inizia la sua storia ed eliminare quello che c’è prima. Ovvero, sempre per fare un esempio, se parlo di quel che succede a una studentessa all’ultimo anno di università posso risparmiarmi di raccontare i suoi anni di matricola (a meno che non accada nel corso di essi un episodio fondamentale per capire il personaggio; ma allora forse meglio se valorizzo il singolo episodio mettendolo in un flash back).
    Quindi il punto 5, per me, è un invito a raccontare solo a il grumo fondamentale della storia, tralasciando il resto.

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  4. katiuccia says:

    Sono buone regole…

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  5. AltraBetta says:

    ma soprattutto il punto 7, beffardamendamente vonneguttiano.
    🙂

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