Il codice ISBN – LE FUNZIONI DELL’EDITORE: funzioni che funzionano ancora e funzioni che non funzionano più – 4

LE FUNZIONI DELL’EDITORE: funzioni che funzionano ancora e funzioni che non funzionano più

 Breve guida

·        per aiutare gli scrittori a valutare con chi pubblicare

·        per assistere agli editori nell’individuazione di strategie per la sopravvivenza

(qui la parte prima: Chi sopravvive sul mercato – Scomporre l’attività dell’editore in funzioni)

(qui la parte seconda: Le funzioni dell’editore – il miglioramento delle opere mediante l’editing)

(qui la parte terza: La produzione dell’oggetto libro)

 

Parte quarta

 L’acquisizione del codice ISBN

 Il codice ISBN (International Standard Book Number) è un numero di 13 cifre (prima erano 10) che, a livello internazionale, identifica in modo univoco un libro. Per essere più precisi, il codice ISBN identifica  una singola specifica edizione di un libro (le semplici ristampe, invece, conservano lo stesso codice dell’edizione originaria). Una volta che un codice è stato assegnato, esso non può più essere riutilizzato. Detto per inciso, dato che gli editori pagano per ogni codice che viene loro assegnato, in taluni casi è accaduto che editori poco corretti abbiano riciclato su nuove pubblicazioni codici già attribuiti ad altri loro libri. Per cui, talvolta, può essere opportuno che l’autore faccia un rapido controllo sul web per verificare che il codice che sta venendo attribuito al proprio libro sia “inedito”.

Il codice ISBN può essere richiesto dagli editori e da tutti gli enti o fondazioni pubblici o privati che hanno una produzione editoriale. L’Agenzia Internazionale ISBN ha sede a Berlino. Titolare dell’agenzia ISBN per l’area linguistica italiana è l’AIE-Associazione Italiana Editori che gestisce i codici ISBN attraverso una sua società di servizi.

Non è obbligatorio che un libro abbia il codice ISBN ma, di fatto, senza questo codice il libro ha grosse difficoltà a essere commercializzato. Le librerie più importanti, per motivi di gestione informatizzata del magazzino, non accettano libri sprovvisti di codice ISBN. La stessa cosa si verifica nei grandi store on line. Nel caso di libri stampati da self-publisher non italiani, spesso vengono utilizzati codici non ISBN che non sono compatibili con la distribuzione italiana. Lo stesso accade con operatori non italiani che attribuiscono agli ebook prodotti e commercializzati sulle loro piattaforme dei codici propri, differenti dall’ISBN.

Talvolta gli operatori del self-publishing e gli Editori A Pagamento richiedono uno specifico corrispettivo per fornire il servizio di attribuzione del codice ISBN. La scelta dell’autore di pubblicare senza codice ISBN deve essere fatta nella consapevolezza che in tal caso le vendite potranno sostanzialmente avvenire solo attraverso i canali distributivi diretti dell’editore/self-publisher (quindi, in concreto, tramite il sito di quell’operatore). A queste vendite si potranno aggiungeranno quelle fatte direttamente dall’autore.

In definitiva, quindi, l’attribuzione del codice ISBN è una funzione importante svolta dall’editore. Questa e la fiscalizzazione del libro, di cui parlerò a breve, sono due adempimenti molto burocratici e tecnici a cui non si pensa di solito quando si parla di editoria, ma che attualmente sono uno dei principali ostacoli che impediscono all’autore di procedere alla stampa e commercializzazione diretta del proprio lavoro. Alcuni scrittori più intraprendenti hanno superato questi ostacoli assumendo in proprio la posizione di editore di se stesso. Hanno aperto quindi una posizione IVA e si sono attivati come editori presso l’agenzia che cura l’attribuzione dei codici ISBN. Con l’evoluzione che c’è stata nel mercato, adesso pare più semplice e meno oneroso acquisire i servizi di attribuzione dell’ISBN e di fiscalizzazione del libro da quegli operatori del self-publishing che li offrono.

 Per completezza di informazione segnalo un altro adempimento formale, davvero secondario, legato alla pubblicazione di ogni nuova opera prodotta e diffusa in Italia: il deposito legale di quattro copie di ogni libro pubblicato. Una copia va inviata alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, una alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma mentre altre due copie vanno consegnate per l’archivio della produzione editoriale regionale della regione in cui ha sede il soggetto obbligato al deposito legale. L’obbligo del deposito grava sull’editore, o comunque sul responsabile della pubblicazione; sul tipografo, qualora manchi l’editore. Nel caso dell’autopubblicazione l’obbligo potrebbe ricadere sull’autore. Spesso l’operatore di self-publishing provvede ad effettuare il deposito legale, ma è bene che l’autore richieda specifiche informazioni su questo punto. In ogni caso, l’adempimento è abbastanza banale e raccogliendo istruzioni in rete qualsiasi soggetto può procedere al deposito senza grandi problemi.

Segue… (4° di più post)

Informazioni Sergio Calamandrei
Scrivo: vedi www.calamandrei.it Ho pubblicato due romanzi, un saggio e vari racconti che nel complesso formano il Progetto SESSO MOTORE ( www.calamandrei.it/sessomotore.htm ). Oltre a ciò, vari altri racconti. scrivere@calamandrei.it

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